da TABLOID DI ORTOPEDIA (ANNO XIII NUMERO7/2018 ISSN 1970-741X) – scritto da Monica Oldani
Dottor Chieffo, che cosa l’ha spinta a inserire l’ossigeno-o zono terapia nell’ambito della sua attività professionale?
La scelta dell’ossigeno-ozono terapia è stata fatta per non nuocere al paziente con l’utilizzo di farmaci come i Fans o ancor peggio gli steroidi. Ritengo che l’approccio terapeutico del medico debba essere il meno invasivo possibile e debba avvenire nel rispetto dei tessuti e quindi del corpo del paziente. È stato dimostrato che l’ozono viene liberato dai nostri globuli bianchi quando devono contrastare un’infezione, quindi è parte di noi e la sua somministrazione insieme all’ossigeno vuol dire usare molecole che normalmente si trovano nel nostro corpo.
Nei numerosi anni di esperienza e di utilizzo dell’ossigeno-o zono ho avuto molti risultati importanti da questa affasci nante combinazione molecolare. È interessante vedere che oggi tanti pazienti sofferenti di cervico-brachialgia o di lombo-sciatalgia arrivano chiedendo di fare il percorso di ossi geno-ozono perché ne hanno sentito parlare molto bene da alcuni amici.
Ci può fare qualche esempio?
Nella mia attività ambulatoria le e di consulenza presso strut ture dedicate alla riabilitazione ortopedica e neurologica ve do pazienti con problematiche muscolo-scheletriche, soprat tutto con patologie vertebrali molto serie. Nel tempo ho ripe tutamente constatato che con l’ossigeno-ozono terapia si ot tengono miglioramenti rapidi, sostanziali e duraturi della sin tomatologia algica e della con seguente limitazione funziona le persino nei quadri più com promessi.
E inoltre, fatto altrettanto signi ficativo, nella mia casistica ho visto ridursi drasticamente la necessità di risolvere tale sinto matologia, anche in fase acuta, con i corticosteroidi.
Esemplificando attraverso una delle situazioni che si presenta no più comunemente al fisia tra: la possibilità di gestire una lombo-sciatalgia, sia pur grave e disabilitante, con un tratta mento locale che si effettua con iniezioni intramuscolari in se de paravertebrale non doloro se, privo di controindicazioni ed effetti collaterali com’è l’os sigeno-ozono terapia, costitu isce un enorme vantaggio, in nanzitutto per il paziente ma anche per lo specialista. Ana logo discorso si può fare per la sintomatologia artrosica, trat tabile con inoculazioni intrar ticolari.
Non bisogna dimenticare che nella popolazione dei pazienti candidati al trattamento fisiatrico per problematiche del tipo citato, ci sono anche tan ti pazienti che per comorbidità – disfunzioni renali, epatiche, metaboliche – non possono assumere antinfiammatori steroidei e talora anche Fans.
A tale proposito come si integra l’ossigeno-ozono terapia con gli altri tipi di trattamento fisiatrico?
Direi che ne può rappresentare
la fase preparatoria, in quanto la riduzione del dolore, dello stato infiammatorio e la conseguen te regressione dei compensi po sturali antalgici sono la premes sa necessaria per poter procede re con un percorso fisioterapico completo, quindi con gli eserci zi di recupero dell’articolarità e della forza muscolare, per il cor retto controllo neuromotorio e la creazione di un core addomi nale competente.
Come fisiatra ho trovato e tro vo nell’ossigeno-ozono terapia un valido alleato: è una specie di trattamento adiuvante nei con fronti delle attività di riabilita zionevera e propria.
Lo stesso vale, per quanto miri guarda, per l’intervento osteo patico quando indicato: le con tratture muscolari di varia natura che ostacolano o rendono meno efficace la manipolazione possono essere risolte dal trattamento preventivo con ozono mentre l’osteopatia mi permette di ripristinare la corretta distribuzione dei carichi e quindi di liberare dalla compressione la radice nervosa sofferente per l’ipossia.
Come agisce l’ossigeno-ozono terapia in questi casi?
La miscela gassosa che viene inoculata agisce localmente ri ducendo il dolore, limitando la liberazionedi mediatori flogisti ci, attivando il microcircolo, ap portando ossigeno.
Nei casi di lombo-sciatalgia associata a protrusione o ernia di scale questi effetti si traducono nel rilassamento della muscolatura paravertebrale, nella rimo zione dell’atteggiamento posturale antalgico, nella riduzione dell’edema periradicolare, nel ripristino della vascolarizzazione a livello delle radici spina li compresse, nell’ossigenazione della radice nervosa e in ultimo nel miglioramento del trofismo del disco intervertebrale. Inoltre l’ozono è un potente antimicrobico, proprietà che potrebbe assumere altrettanto rilievo se si rivelasse fondata l’ipotesi avanzata da uno studio pubblicato sull’European Spine Journal della coesistenza nell’ernia discale di un’infezione a bassa virulenza da Propionibacterium Acnes, batterio che libera sostanze tossiche che irritano la radice nervosa e favoriscono la sintomatologia algica.
Anche in questo caso, poter ricorrere a qualche applicazione locale di ozono piuttosto che a una terapia antibiotica sistemica è un approccio terapeutico nel rispetto del paziente.
Una considerazione conclusi va, quindi?
La mia considerazione conclusiva è fondamentalmente un auspicio: che l’ossigeno-ozono terapia riceva sempre più attenzione a livello istituzionale, che possa avere maggiore diffusione in strutture ospedaliere e servi zi sanitari territoriali, che rientri nei programmi didattici specialistici a fianco degli interventi tradizionalmente insegnati e, infine, che le conoscenze che via via si accumulano sulle sue proprietà e risultati clinici riescano a contrastare la diffidenza di co loro che ancora non la considerano un’opportunità di tratta mento, a vantaggio di approcci più invasivi e gravati da effetti avversi spesso pesanti.